STROMBOLI
Il vulcano è prepotente e solenne e ci attira a se e ci vuole.
Ci guarda severo, ci parla:
-...ascoltate bene, preparatevi a toccare il suolo stromboliano,
siate cortesi, qualunque stupida convinzione e certezza abbiate fino ad ora nutrito, abbandonatela.
Qui, sul suolo di Stromboli non esiste altra legge se non quella del vulcano.
Sappiate liberare i sensi ed aprire il cuore per non restare inebetiti ed essere pronti a dialogare direttamente con il fuoco...-
A Stromboli la terra è viva, l’aria è densa, il mare è invincibile, la natura prolifera in silenzioso rispetto, la gente è fiera e lavora, lavora tanto, come gli abitanti di un feudo governato da un gigante saggio e generoso, a volte irascibile e impietoso.
E’ qui, in questa ripida stradina di paese, che unisce acqua e fuoco, che ci sentiamo bene, che scopriamo che, quando un posto è veramente amato dai suoi abitanti, continua a vivere della sua bellezza.
E’ su quest’isola che capiamo che è la natura che deve prevalere sull’uomo e non viceversa, così dev’essere e così a Stromboli è.
Nelle strade di Stromboli la notte è ancora notte, l’isola è scarsamente illuminata, se non dalle stelle, dalla luna, forse dai bagliori del vulcano, che al momento riposa.
In questa strada che porta dalla chiesa di S. Vincenzo a quella di S. Bartolomeo, io mi sento a casa.
E’ qui, che vive una piccola libreria con gatti e poltroncine rosse dove entro come fosse la mia libreria di sempre, dove trovo ancora una volta la mia casa.
E’ ancora qui, su questa stradina, seduta sugli scalini della chiesa, che sento Stromboli, il vulcano, emettere un boato, sordo e cupo, con la voce da vocchio scorbutico, innervosito da qualcosa che disturba il suo sonno.
Stromboli dorme davvero, la sciara del fuoco è buia e nera, il consueto filo di lava, l’esplosione, il bagliore del vulcano non mi è dato vederli.
Aspettiamo un pò in barca, di notte, in silenzio. Poi ci dicono che Stromboli ora dorme, è questo il suo ritmo e non possiamo fare altro che rispettarlo.
Che bella Ginostra! Con un mulo che raglia imitando il suono di una nave in partenza. Il mulo, solitario esemplare, vive in cima al paese, dove incontro una vecchia seduta all’ombra con il suo rosario che penzola lungo sulle gambe. Sta pregando? No, i suoi desideri sono già esauditi, dorme come il gatto che le siede affianco.
Qualche giovane, brutto, ma felice, una bandiera della pace, una ballerina vestita di arancio che balla sul tetto di una casa in alto, proprio ai piedi del vulcano.
Mangiamo al Puntazzo, un piccolo ristorante ben curato, accogliente e voluto bene, come qui è consuetudine per tutte le cose che vivono su questo monte fumante.
La prossima volta ci voglio dormire a Ginostra e la sera incontrare qualcuno in paese con cui sedersi a chiacchierare, a bassa voce, per sentire se il gigante dorme o vuol dirci qualcosa.
Poi ancora Stromboli con la spiaggia nera e luccicante, le conchiglie viola, i gabbiani e le case bianche.
Il caldo spento da granite dolci e generose, risate fragorose, il cielo stellato a più non posso e mille stelle che cadono verso il cratere, attratte anch’esse da forze gravitazionali inconsuete, che qui a Stromboli sono normalissime e infatti anche noi, qui sentiamo energie vorticose, forze che a volte ci risucchiano verso l’interno della terra, a volte ci sollevano dal suolo e ci spingono l’uno verso l’altro, corpo contro corpo, come magma denso,ci fondiamo e coliamo lenti e incandescenti....poi l'acqua...