mercoledì, dicembre 20, 2006

...ANCORA VIVA E VEGETA!!!

....mamma mia! Quanto tempo!!!
E ancora una volta vado di fretta...il corri corri mi sa che c'è l'ho dentro il dna!
Sono viva! Viva e vegeta!
Scrivo solo per dirvi questo!
Tutto va bene, Il Branco si è ambientato benone ed è felice.
anche io e il nuvolone siamo felici e presto, prestissimo scriverò tutto tutto quello che ho da dire con un bel post lungo e appassionato!
A PRESTO....
NON MI ABBANDONATE!

venerdì, dicembre 08, 2006

SI PARTEEEEEEEE!!!

Che sfacchinata traslocare!!!
Oggi, riempite le ultime valigie, preparati gli ultimi pacchetti, ci caricano in macchina, a me e al Branco e ci portano a Vibo Valentia dove la mia mamma ci accoglierà con una pasta al forno di rinforzo.

In questi giorni è stato impossibile postare, fare qualunque cosa che non fosse "sistemare": pacchi, casa, amici, cani, pagamenti, regali, valigie, scatole, mobili...ieri pomeriggio, come due matti, io e Nuvolone siamo andati persino da ikea! Non potevamo partire senza qualcosa di nuovo per la casetta calabra!!!!

Il blog mi è mancato da morire e spero con tutto il cuore di riprendere a scrivere come prima non appena sarò fuori da questa casa...non dico domani, ma dopodomani si!

Comunico che ho ricevuto il "pacchetto della felicità", giunto a casa di mia madre e non ancora AFFERRATO con le mie mani!
Presto vi farò sapere!

Vado a dare l'ennesima sistemata, tanto non sarà mai l'ultima!
E poi SI PARTEEEEEEEE!!!

MI RACCOMANDO! ANCHE SE NON MI SONO FATTA SENTIRE PER GIORNI:
NON PERDIAMOCI DI VISTA!!!

venerdì, dicembre 01, 2006

libertè, egualitè, disoccupè!


Da domani sarò finalmente disoccupata! Disoccupata e felice!
Si, senza un lavoro, ma felice!
Libera come l'aria, libera come ai tempi dell'università, quando, pur essendo povera, disponevo del giorno e delle mie energie come meglio credevo, avevo il tempo di sognare, di leggere e avere ideali in cui credere. Quando ogni giorno giuravo a me stessa che mai e poi mai sarei caduta nelle grinfie malefiche e alienanti del sistema produci/consuma/crepa o peggio in quello più esclusivo, ma altrettanto racccapricciante di lavoro/guadagno/spendo.
Da domani tornerò a sentirmi giovane e "studentessa", riprenderò in mano la mia vita, disporrò a mio piacere del tempo, spenderò le mie energie per fare ciò che mi piace e ciò in cui credo, come e quando piace a me, a costo di fare una-cento-mille-unmiliardo di rinunce.
Sta per finire tra poche ore questo periodo triste da lavoratrice dipendente, schiava dell'orologio e di un lavoro "allopatico", che se ne sbatte delle necessità del singolo impiegato, dei motivi di un ritardo, dello sfinimento da questioni personali complesse, della giustificata voglia di tornare a casa se in ufficio non c'è più niente da fare!
(e per fortuna che sto lavorando in un posto fighissimo, con persone fighissime e comprensive....)

Da domani aprirò gli occhi e poi li richiuderò pensando:
Che meraviglia! Non mi sembra vero! Sono una persona LIBERA!
Mi sveglierò sensa quell'ansia maledetta che mi ha assalito negli ultimi sei mesi e che mi urlava nell'orecchio: CORRERECORRERECORRERE.
Correre da appena apro gli occhi: corri in bagno, corri per far fare la pipì al Branco, corri, preparati, lavati i denti e la faccia con il dentifricio tuttedue, metti il deodorante e poi ti lavi le ascelle, il caffè sul fuoco, esci dal bagno, il latte, il caffè, lo zucchero, la borsa, il cellulare, le chiavi, un biscottino a tutti, tira la porta, corri giù per le scale, corri per strada, se perdi il treno sei in ritardo, salti su-scendi giù, corri per strada, corri in ufficio e finalmente.
Ti siedi.
Immobile, per 9 lunghe ore.
IMMOBILE.
Poi, alle sette, riprendi a correre in un tram tram sempre uguale e alienante in cui fai le cose, senza sapere quando le hai fatte, ti ritrovi sul treno, senza ricordarti come e quando ci sei salita, se attraversando la strada hai guardato a destra e a sinistra, che ci fa quella bottiglietta d'acqua nelle tue mani.
Sai di non essere più padrona di te, ma è più importante correre e non si può pensare.
Arrivi a casa la sera che anche se senti al TG che c'è una bomba nel tuo quartiere, fai finta di non sentire e ti lasci esplodere, che chi glià fà a correre ancora.
Ma questo è l'ultimo giorno e ho giurato a me stessa che MAI PIU' accetterò incarichi che mi obbligano a tale squilibrio dinamico, a due ore mattutine di frenesia, seguite da 9 ore di immobilità, seguite da altre due ore di frenesia.
MAI PIU' lavorerò così tante ore da non trovare il tempo di farmi uno shampoo e/o di andare in bagno, nel mio bagno.
MAI PIU' accetterò di lasciare che tutta la mia vita sia sprecata in un lavoro, perchè qui si parla, non di fare il lavoro che si è sognato per tutta la vita, non di fare grandi sforzi per ottenere grandi soddisfazioni, ma di lavorare in un posto qualunque per pagare un affitto, per fare la spesa.
Allora, dopo aver cercato per anni un lavoro decente, dopo aver iniziato questo, il lavoro migliore che ho trovato negli ultimi tre anni, ho concluso una cosa:
ma se la vita del lavoratore dipendente è questa, non è meglio fare davvero il pankabbestia?
Che cosa si può costruire di bello lavorando in un ufficio per 8 ore, stando lontana dai propri affetti per 10 ore? In cosa si può credere? Che speranze si possono avere di godere della propria breve, fragile, incerta esistenza?
Domani sarà l'ultimo giorno.
Quanto ho aspettato questo momento, tornare ad essere disoccupata, avere il tempo la mattina di bere il latte e caffè, grattarmi la pancia, sbadigliare un milione di volte, ciondolare pensando cosa potrei fare per non restare senza fare un cazzo tutto il giorno e poi decidere che tutto sommato potrei fare mille cose meravigliose che non ho più potuto fare per così tanti mesi: una passeggiata sul lungomare, incontrare un amico in una caffetteria del centro, andare al mercato di Posillipo in una raggiante mattina di sole dicembrina, prendere una cioccolata calda da Gay Odin, entrare in un museo, andare sul lago con il Branco, ridere seduta su una panchina mentre la mia amica mi racconta cose, discutere di cinema, politica e altre cazzate sui gradini di una piazza del centro, cercare un vecchio disco in vinile che una volta trovato non comprerò, guardare le vetrine e annusare l'aria.
Che meraviglia! Finalmente tornerò ad essere padrona del mio tempo, del mio spazio, della mia casa (anche se sto traslocando), del mio Branco, di me stessa e se uscendo, il treno mi passerà davanti, penserò: fa niente, ora mi siedo un pò al sole e aspetto il prossimo, se farà ritardo, non importa, non ho fretta!
SONO LIBERA. QUESTA E' LA VERA RICCHEZZA.
Questo è il lusso dei lussi!