venerdì, dicembre 01, 2006

libertè, egualitè, disoccupè!


Da domani sarò finalmente disoccupata! Disoccupata e felice!
Si, senza un lavoro, ma felice!
Libera come l'aria, libera come ai tempi dell'università, quando, pur essendo povera, disponevo del giorno e delle mie energie come meglio credevo, avevo il tempo di sognare, di leggere e avere ideali in cui credere. Quando ogni giorno giuravo a me stessa che mai e poi mai sarei caduta nelle grinfie malefiche e alienanti del sistema produci/consuma/crepa o peggio in quello più esclusivo, ma altrettanto racccapricciante di lavoro/guadagno/spendo.
Da domani tornerò a sentirmi giovane e "studentessa", riprenderò in mano la mia vita, disporrò a mio piacere del tempo, spenderò le mie energie per fare ciò che mi piace e ciò in cui credo, come e quando piace a me, a costo di fare una-cento-mille-unmiliardo di rinunce.
Sta per finire tra poche ore questo periodo triste da lavoratrice dipendente, schiava dell'orologio e di un lavoro "allopatico", che se ne sbatte delle necessità del singolo impiegato, dei motivi di un ritardo, dello sfinimento da questioni personali complesse, della giustificata voglia di tornare a casa se in ufficio non c'è più niente da fare!
(e per fortuna che sto lavorando in un posto fighissimo, con persone fighissime e comprensive....)

Da domani aprirò gli occhi e poi li richiuderò pensando:
Che meraviglia! Non mi sembra vero! Sono una persona LIBERA!
Mi sveglierò sensa quell'ansia maledetta che mi ha assalito negli ultimi sei mesi e che mi urlava nell'orecchio: CORRERECORRERECORRERE.
Correre da appena apro gli occhi: corri in bagno, corri per far fare la pipì al Branco, corri, preparati, lavati i denti e la faccia con il dentifricio tuttedue, metti il deodorante e poi ti lavi le ascelle, il caffè sul fuoco, esci dal bagno, il latte, il caffè, lo zucchero, la borsa, il cellulare, le chiavi, un biscottino a tutti, tira la porta, corri giù per le scale, corri per strada, se perdi il treno sei in ritardo, salti su-scendi giù, corri per strada, corri in ufficio e finalmente.
Ti siedi.
Immobile, per 9 lunghe ore.
IMMOBILE.
Poi, alle sette, riprendi a correre in un tram tram sempre uguale e alienante in cui fai le cose, senza sapere quando le hai fatte, ti ritrovi sul treno, senza ricordarti come e quando ci sei salita, se attraversando la strada hai guardato a destra e a sinistra, che ci fa quella bottiglietta d'acqua nelle tue mani.
Sai di non essere più padrona di te, ma è più importante correre e non si può pensare.
Arrivi a casa la sera che anche se senti al TG che c'è una bomba nel tuo quartiere, fai finta di non sentire e ti lasci esplodere, che chi glià fà a correre ancora.
Ma questo è l'ultimo giorno e ho giurato a me stessa che MAI PIU' accetterò incarichi che mi obbligano a tale squilibrio dinamico, a due ore mattutine di frenesia, seguite da 9 ore di immobilità, seguite da altre due ore di frenesia.
MAI PIU' lavorerò così tante ore da non trovare il tempo di farmi uno shampoo e/o di andare in bagno, nel mio bagno.
MAI PIU' accetterò di lasciare che tutta la mia vita sia sprecata in un lavoro, perchè qui si parla, non di fare il lavoro che si è sognato per tutta la vita, non di fare grandi sforzi per ottenere grandi soddisfazioni, ma di lavorare in un posto qualunque per pagare un affitto, per fare la spesa.
Allora, dopo aver cercato per anni un lavoro decente, dopo aver iniziato questo, il lavoro migliore che ho trovato negli ultimi tre anni, ho concluso una cosa:
ma se la vita del lavoratore dipendente è questa, non è meglio fare davvero il pankabbestia?
Che cosa si può costruire di bello lavorando in un ufficio per 8 ore, stando lontana dai propri affetti per 10 ore? In cosa si può credere? Che speranze si possono avere di godere della propria breve, fragile, incerta esistenza?
Domani sarà l'ultimo giorno.
Quanto ho aspettato questo momento, tornare ad essere disoccupata, avere il tempo la mattina di bere il latte e caffè, grattarmi la pancia, sbadigliare un milione di volte, ciondolare pensando cosa potrei fare per non restare senza fare un cazzo tutto il giorno e poi decidere che tutto sommato potrei fare mille cose meravigliose che non ho più potuto fare per così tanti mesi: una passeggiata sul lungomare, incontrare un amico in una caffetteria del centro, andare al mercato di Posillipo in una raggiante mattina di sole dicembrina, prendere una cioccolata calda da Gay Odin, entrare in un museo, andare sul lago con il Branco, ridere seduta su una panchina mentre la mia amica mi racconta cose, discutere di cinema, politica e altre cazzate sui gradini di una piazza del centro, cercare un vecchio disco in vinile che una volta trovato non comprerò, guardare le vetrine e annusare l'aria.
Che meraviglia! Finalmente tornerò ad essere padrona del mio tempo, del mio spazio, della mia casa (anche se sto traslocando), del mio Branco, di me stessa e se uscendo, il treno mi passerà davanti, penserò: fa niente, ora mi siedo un pò al sole e aspetto il prossimo, se farà ritardo, non importa, non ho fretta!
SONO LIBERA. QUESTA E' LA VERA RICCHEZZA.
Questo è il lusso dei lussi!

13 Comments:

Blogger lemoni said...

Uè mblè mblè, puozze stà bbuone cient'anne...m'hai fatto venì una nostalgia dell'anno di assenza dal lavoro quando pensavo solo a dare la zizza a Micol e a cambiare pannolini...ahò tutto questo senza essere retribuita ma vuoi mettere c'ho recuperato in salute...
Grazie di essere passata...e stai certa che ti terrò compagnia...ma tu continua a scrivere eh!

2:56 PM  
Anonymous Anonimo said...

Uè, bella adelina, ti capisco proprio...
Solo una cosa: potevi cogliere l'occasione per mettere in cantiere un erede!
Almeno tu c'hai Gay Odin....io ho dovuto ripiegare sul torrone del supermercato!
In bocca al lupo!
La meringa

2:59 PM  
Blogger adelina said...

Uè belle!
ma che freschkezza!!!

@meringa:
non ho capito la storia dell'erede?
dici una sostituta?
se si, non potevo, sono già io una sostituta e presto tornerà la ragazza che appunto sostituisco.
:-)

3:28 PM  
Blogger adelina said...

dimenticavo:

@lemoni:
sono contenta di quello che mi scrivi...allora non sono l'unica ssschfaticatah!!!
certo che continuo a scrivere, di tempo per pensare e scrivere ne avrò tanto tanto!!!

4:37 PM  
Anonymous Anonimo said...

no, io parlavo dell'erede quello organico, quello che prima copuli, poi ti si piazza in panza e poi lo sputi fuori...
Quello lì.
Dici sempre che non hai mai tempo! Questo è il momento migliore!

10:44 AM  
Blogger MaM said...

La vera libertà, secondo me, non è avere del "tempo libero" e quasi nessuna cosa da fare ma avere la possibilità di decidere di farla quella cosa e averne anche la voglia. Io ti auguro di trovare presto un lavoro che ti faccia venire voglia di fargli occupare parte del tuo tempo perché chiacchierare con le amiche gironzolare per la città può anche essere carino ma alla fine stanca ed è fine solo a se stesso. La libertà non devi cercarla fuori ma dentro te stessa. In bocca al lupo Adelì!

11:36 AM  
Blogger adelina said...

@meringa:
al momento non si copula! L'erede si rimanda a quando la Prole sarà adulta e noi avremo trovato una sistemazione adeguata!

6:31 PM  
Anonymous Anonimo said...

Adelì, sient'a mme: fallo prima che puoi, ché col mal di schiena e gli anni non si scherza. Guarda, se tornassi indietro, a 22 anni lo farei un figlio....

10:20 AM  
Blogger adelina said...

Meringa lo so! Hai ragione!
Appena finiamo di traslocare e ci troviamo una casa stabile e definitiva, cercherò di proliferare!
a me servono i nonni vicini e una campagna, altrimenti non ce la posso mai fare tra corse e cani!
E il tuo pupu in pancia?
Cresce?

5:56 PM  
Anonymous Anonimo said...

Cresce, cresce, anche se io sono attualmente un cataplasma vivente....

11:18 AM  
Blogger Francesca Sanzo said...

e brava Ade!!!!!!

ti capisco in pieno. Ho fatto anche io un tempo una scelta di questo tipo, per l'alienazione che mi stava procurando una determinata situazione lavorativa.
Non c'era più nulla, a parte un lavoro che nemmeno mi piaceva abbastanza e tanti soldini da spendere prima di crepare.

Poi sono successe tante cose e ora sono libera professionista: lavoro un sacco, guadagno poco (per il momento) e mi sono sognata la maternità, ma faccio quel che mi piace, lo faccio con amore e passione e secondo la mia etica. Il che è un vero lusso. Perché dopo 15 anni di lavoro, di etica ne ho vista veramente poca, anche dove nominativamente ce ne doveva essere...

in bocca al lupo!

10:00 AM  
Anonymous Anonimo said...

basita.

10:04 AM  
Anonymous Anonimo said...

Ciao Adele, non ti ho mai scritto, ma l'occasione non è da perdere...
una ventina di anni fa anche io un giorno lasciai il lavoro dipendente, con grandissimo turbamento della madre e del padre , ho attraversato decinaia di tentativi e di attività sino a raggiungere la mia attuale attività che è quello che desideravo fare da bambino, ....
nessuno ha più detto niente , da un certo punto in poi delle mie mattane..
un grande augurio per te e la prole!!
luigi

7:16 PM  

Posta un commento

<< Home